Le Nostre Storie

Piacere! Sono Marta, e cerco il lato sociale in ogni cosa. Ho studiato mediazione linguistica e persino marketing pensando a come poteva servirmi per aiutare gli altri. Ho anche una grande passione per la natura… E questa, insieme alla  spinta verso il sociale, è la leva che mi ha portata a Bergamo e poi a conoscere Why Not. Mi trovo bene. Mi sono trasferita a Bergamo per confrontarmi con un contesto sociale e culturale più

Piacere, sono Greta M, e per me, Why Not è un nuovo mondo. Prima di capitare qui, ho vissuto varie esperienze nell’ambito del videomaking, e ho realizzato progetti educativi incentrati sull’arte, ma non ho mai vissuto una situazione tanto sfidante e arricchente nello stesso momento. Ogni collega porta una sua unicità particolare, che spesso è una diversità con cui non mi ero mai confrontata. Scopro costantemente nuovi punti di vista, e questo spiazza, ma apre

Piacere, sono Valentina, e sono con Why Not sin da quando l’unico progetto era CibOrobico, dove ci occupavamo di creare locandine per promuovere degustazioni di birra. Sono cresciuta professionalmente condividendo le sfide della cooperativa. C’ero quando i nostri partner erano tutti del terzo settore, quando ci siamo avvicinati al mondo profit e, soprattutto, quando nel reparto grafico, è arrivato il nostro primo tirocinante con disabilità. Non avevo idea di come gli avrei insegnato il lavoro.

Piacere, mi chiamo Massimo e sono uno dei fondatori di Why Not. In un modo o nell’altro, sono sempre stato legato al sociale. Da giovane progettavo con il mio oratorio attività per le persone con disabilità, poi ho contribuito a fondare il gruppo Emergency di Bergamo, e quando ho iniziato a lavorare, mi sono buttato nel mondo del sindacato. È stata un’esperienza fondamentale per comprendere la mia strada. Essere un sindacalista vuol dire concentrarsi spesso

Piacere, mi chiamo Andrea, e lavorare con Why Not ha cambiato il mio punto di vista su cosa significhi essere un educatore. Prima, lavoravo in un centro diurno per disabili, dove svolgere questo ruolo vuol dire assistere le persone nei bisogni quotidiani. Ovviamente non mi bastava, quindi, quando Davide Minola mi ha parlato di Why Not, ho colto l’occasione di provare qualcosa di nuovo. Ho dovuto reimparare da capo. All’università non mi avevano spiegato cosa

Piacere, sono Laura e, in Why Not, sono la persona che parla di numeri: gestisco la contabilità e i lati economici. Quando ho iniziato, non è stato semplicissimo. Venivo dal mondo profit e da dinamiche diverse, quindi, per prima cosa, mi sono messa di nuovo a studiare, e in realtà lo faccio ancora, perché ci sono sempre nuove normative o bandi da approfondire. Si potrebbe pensare che, in una realtà no profit, i numeri siano

Piacere, mi chiamo Mirco e in Why Not ho finalmente trovato l’ambiente di lavoro non convenzionale che cercavo. Non ho mai sopportato gli schemi gerarchici piramidali. Ho bisogno di libertà e dei miei tempi, anche sul luogo di lavoro, e non mi sono mai trovato bene nelle agenzie di comunicazione standard.  Lì, le scadenze sono strettissime, si parla di creatività ma spesso ci si preoccupa solo di chiudere un progetto in fretta, lavorando come su